Domenica, 28 Febbraio 2016 15:41

Il 2° Circolo Didattico scrive ad Hanna Gofrit e lei risponde da Tel Aviv.

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In occasione della rappresentazione dello spettacolo “ La pace è nelle nostre mani” ,il  Dirigente scolastico ha inviato una mail alla scrittrice ebrea Hanna Gofrit, di cui abbiamo rappresentato la drammatica infanzia, per esprimerle gratitudine e vicinanza da parte degli alunni e dei docenti che hanno letto ed apprezzato la sua testimonianza.

Inaspettatamente, ma con grande gioia, vi rendiamo partecipi della risposta che la signora Gofrit ci ha inviato, mostrandoci apprezzamento e confermando il suo messaggio di amore e di speranza. 

 TRADUZIONE

 

Cara amica,

riscalda il cuore leggere la vostra  lettera e notare come siate sensibili alla mia situazione durante la II Guerra Mondiale, per cui provo a rispondere ad alcune delle vostre domande.

Durante la guerra era estremamente pericoloso per gli ebrei uscire per strada o pensare di poter fare una vita normale .

La famiglia Skovonek ci aprì la loro casa e il loro cuore permettendo a me e a mia madre di sopravvivere.

Durante quel tempo io ero nascosta nella loro casa. La mia vita era confinata in un piccolo spazio. Anche avvicinarsi alla finestra era un rischio per me e mia madre e per la famiglia polacca che ci ospitava.

Il nome del libro “Io volevo volare come una farfalla” deriva dalla mia primissima infanzia  quando ero una bambina amante della natura e vivevo nel mio piccolo villaggio di Biala-Rawska in Polonia. Come tutti i bambini ero molto attratta dai fiori,  dalle piante e dagli animali.

Perciò quando ero costretta a nascondermi,  immaginavo di essere una farfalla, di scappare dal nascondiglio e di volare a zonzo nei campi del mio villaggio. Questi sogni ad occhi aperti mi hanno sostenuta e incoraggiata moralmente. Quando ho deciso di rendere pubblica la mia storia personale ho capito che quello sarebbe stato il titolo più adatto.

Oggi  vivo nella bella e assolata città di Tel-Aviv.

Il mio scopo è quello far conoscere la mia storia al maggior numero possibile di bambini.

Spero che questo racconto mostri al mondo quello che gli uomini non dovrebbero fare ad altri uomini, ma anche che Dio esiste persino nel peggiore dei tempi.

Vi auguro il meglio

Hanna